Cosa c'è di meglio, per scrollarsi la ruggine invernale di dosso, di un bel turno su una R6 da trofeo??? La risposta che darei io sarebbe: almeno due o tre turni su quella stessa R6! (Per stavolta però accontentiamoci...
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Non so se fortunatamente o sfortunatamente è arrivata la fine del turno, e quindi il momento di restituire il giocattolo al legittimo proprietario. Ho cercato di inventarmi un motivo per non dovergliela ridare ma non c'è stato verso ... „
L'appuntamento con Andrea e Carlo, il padre di Andrea, nonché "team manager", è per le 9:00-9:30 nel paddock di Vallelunga in occasione del primo appuntamento stagionale di prove libere dell'autodromo. Io arrivo, in compagnia del mio fido autista/assistente/fotografo/tuttofare/e chi più ne ha più ne metta, abbastanza presto rispetto all'orario prestabilito ma Andrea e Carlo mi battono comunque: mentre noi cerchiamo parcheggio loro stanno già facendo montare le gomme nuove sulla moto! 
Pur essendo febbraio la giornata è bellissima, un sole stupendo e una temperatura buona, in aumento. Non dovrebbero esserci problemi per le gomme, comunque in mescola media. Il tempo di ritirare il tagliando del turno e poi inizia l'emozione, è così sempre. Posso dire che non sono pochi anni che vado in moto, che vado per circuiti, eppure l'emozione non manca mai, sembra sempre "una prima volta"... La differenza è che questa è veramente LA prima volta che provo una R6 preparata con il kit R6 Cup. Direi che è il minimo essere emozionati... 
Inizio a prepararmi, tiro fuori stivali e guanti, metto la maglietta di lana (inizio a avere una certa età) e quando indosso la tuta noto che Andrea mi guarda con un'espressione decisamente preoccupata...
Saranno forse i segni delle varie cadute che ho sulla tuta??? 

Scherzi a parte, Andrea mi sembra abbastanza tranquillo, o forse finge solo di esserlo, al posto suo non sarei proprio così contento di dare da provare a qualcuno la moto, con cui dovrei correre il campionato! A quel punto cerco di tranquillizzarlo con le solite scuse, "non ti preoccupare, fa freddo e andrò piano...", "sono quattro mesi che non vado in moto, farò solo una passeggiata...", "ho una tendinite che mi impedisce di ruotare tutta la manopola del gas...", etc. Poveretto, non immagina neanche invece cosa farò alla sua moto, cose che neanche Bayliss farebbe!
Come dite? Sto esagerando? Devo ridimensionarmi? Mi sa proprio di si, anche perché Carlo ha scaricato tutti i dati dalla centralina di acquisizione, gli basterebbe pubblicare i tempi sul giro per ridicolizzarmi. 
Basta, è tempo di iniziare a lavorare seriamente! Come? Facendo sgobbare anche il fotografo (ndr. Vincenzo), altrimenti che l'ho portato a fare? Dopo aver abilmente allestito il "set", iniziamo la sfilata.
Potete vedere i risultati cliccando sul link alla fine del report
. Ho come l'impressione che potrei andare meglio come modello per le tute che come pilota, e questo è tutto dire!!!
(perché rido? Non credo di essermi fatto un bel complimento...
)
Ok, ho capito, devo iniziare a fare il serio e parlare della moto, in fondo sono venuto per quello...
Due cose mi colpiscono subito sulla moto di Andrea, e sono entrambe Ohlins: il bellissimo ammortizzatore di sterzo rotativo e lo stra-bellissimo mono posteriore! E il secondo è proprio la cosa di cui Andrea e Carlo vanno più fieri, e non fatico a capirne il motivo.
Non ho il tempo di riflettere su queste cose che Carlo compie un gesto di per se banale, spingere un bottone, ma quantomai carico di significato, è il pulsante del motorino di avviamento! Uno "boato" inebriante esce dallo scarico in carbonio Leovince, l'adrenalina inizia a salire... Già il rumore dello scarico orginale della R6 (a più di 16.000 giri) è qualcosa di indescrivibile, per una moto di serie, non oso immaginare cosa possa essere questo scarico completo. Non tardo molto a scoprirlo, è ora di entrare in pista e giocare un po' con questo bell'oggettino che mi hanno prestato. E questa volta non dovrò neanche aspettare il canonico paio di giri per scaldare le gomme, poiché avevamo
le termocoperte...
Non fatico molto, bastano due rettilinei, a scoprire i miglioramenti. A parte un leggero svuotamento ai bassi, peraltro praticamente inutilizzati nell'uso sportivo, dai 8-10.000 il tiro diventa rabbioso fino praticamente ai 17.000 giri! La sensazione è quella di avere tra le mani una R1 vecchio tipo per la velocità con cui il motore prende i giri, e anche la velocità della moto stessa lo conferma. All'uscita dalle curve dei Cimini, nel cambio di direzione che porta sul tratto nuovo del circuito, riuscivo a rimanere incollato ai vari 1000 che ho incontrato sulla mia strada. Dovevano faticare non poco per staccarsi sul rettilineo... però, come ben sappiamo, dopo un rettilineo c'è sempre una curva! (famoso proverbio cinese
) E allora li non c'è motore che possa fare la differenza, con suoi due Braking flottanti all'anteriore si passa da Mach 2 a zero senza battere ciglio, con la moto perfetta, senza un accenno di scomposizione all'assetto, come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo. E probabilmente,
per la R6 questa è una delle cose più naturali del mondo, quello per cui è stata creata. E il lavoro fatto sulle forcelle da Andreani si fa decisamente sentire! Non che le sospensioni originali vadano male ma queste sono un'altra cosa, molto più scorrevoli e fluide (a parte un lieve chattering iniziale prontamente risolto lavorando sulla molla. Ebbene si, anche io ho avuto il chattering, finalmente lo posso dire
). Tutto ciò si traduce in una maggiore rapidità di ingresso in curva, come se quella della R6 originale non bastasse. Mi è capitato varie volte di dover rialzare la moto per non prendere subito la corda. Come avevo già detto nella prova dello scorso anno, quando si guida una R6, questa in particolare, bisogna riprogrammare il proprio modo di guidare, bisogna velocizzare tutto e aspettarsi delle risposte molto più rapide, rispetto alle altre moto. Ma ora arriviamo a quello che tutti desiderano... un particolare che ti fa sentire pilota, che ti fa sentire forte, che ti fa sentire Haga... Uscita dalla variante che ha sostituito la curva della Trincea, si punta la Semaforo,
staccata decisa con moto leggermente inclinata destra, scalata e moto che si mette completamente di traverso in derapata... Primo pensiero: "eccolala, mò me sdraio e me tocca lavorà sei mesi gratis per ripagare la moto (leggi in romanaccio, quando penso non riesco a farlo in Italiano
)"... Secondo pensiero, dopo essere ancora in piedi e aver inserito la moto in curva: "la frizione antisaltellamento!!!". Ecco, la frizione antisaltellamento penso sia la cosa che più in assoluto possa esaltare la parte narcisistica dell'aspirante pilota. E in me lo ha fatto, eccome! Da quel momento in poi ho dimenticato tutto il resto, ho passato ogni singolo giro ad aspettare quella staccata per rifarlo, per fare la tanto blasonata DERAPATA! Ovviamente procurandomi anche il dovuto pubblico, ergo quelli che superavo volutamente poco prima in modo che potessero vedermi da dietro... 
Non so se fortunatamente o sfortunatamente è arrivata la fine del turno, e quindi il momento di restituire il giocattolo al legittimo proprietario. Ho cercato di inventarmi un motivo per non dovergliela ridare ma non c'è stato verso, Andrea era li pronto che mi aspettava per il cambio, per entrare in pista e per farla andare finalmente in maniera decente, non a spasso come avevo fatto io fino a poco prima... 
La conclusione è unica, la R6 è qualcosa di fantastico, la moto più divertente che abbia mai guidato finora ma questa R6 è ancora qualcosa di più. E ora solo capisco una cosa che mi chiedevo da molto tempo, come mai nella R6 Cup riuscissero a fare dei tempi strepitosi su tutti i circuiti, sempre molto vicini alle moto da gara... Il segreto è uno solo: la R6 è una VERA moto da gara!
Simone
Grazie a Andrea (iscritto anche nel 2007 all'R6 Cup con il numero 83) e Carlo, per la moto e a Vincenzo per la pazienza
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Fotogallery prova Yamaha R6 R6 Cup 2006
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leggi la prova della Yamaha R6 Stradale (luglio 2006)
Si ringrazia per il casco della prova
Nolan